martedì 21 ottobre 2025

TEODORO A SMIRNE IN TURCHIA.

Una nicchia per ospitare la statua della Madonna

 

  

Un po' distante per dirvi come fare e dove andare a vedere la nicchia che si può vedere nella foto qui sopra riportata

  
Intanto il 3 agosto 2025 il Vescovo Intini promulga l'editto, che di seguito inseriamo, per l'avvio della causa di beatificazione e canonizazzione del Servo di Dio Teodoro D'Amici, laico e padre di famiglia.
 
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EDITTO

Il 15 luglio 1993 moriva a Brindisi il Servo di Dio Teodoro D’Amici, laico e padre di famiglia, vigile urbano conosciuto, sposo innamorato e fedele. Alla sua esperienza mistica, avvenuta tra il 12 agosto 1962 e il 27 maggio 1963, dobbiamo la costruzione del Santuario diocesano di Maria Madre della Chiesa di Jaddico e l’inizio della devozione mariana che, dall’8 dicembre 1965 giorno della consacrazione del Santuario, prosegue ininterrottamente portando tanti frutti di conversione e crescita nella vita spirituale cristiana. Dopo quell’esperienza Teodoro si convertì e non fu più la stessa persona: divenne mite, sempre sorridente e tutta la sua esistenza– in maniera semplice, nascosta e silenziosa –si concentrò nell’amare e fare amare con Maria suo figlio Gesù, continuando a vivere con rettitudine e generosità gli impegni della sua vita laicale e prendendosi cura in maniera discreta e quotidiana della vita del Santuario. Il giorno 8 dicembre 2022 S.E. Mons. Domenico Caliandro lo ha riconosciuto quale veggente.

La fama di santità e di segni è presente e documentata, non in maniera travolgente ma come un fiume carsico, che scorre nascosto per anni e poi emerge ed è ben visibile a uno sguardo attento, come bene accaduto nella vita di tante persone che ne hanno chiesto l’intercessione.

Essendo stato formalmente richiesto di dare inizio alla Causa di Beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio, nel portarne a conoscenza la Comunità ecclesiale, invitiamo tutti e singoli i fedeli a comunicarci direttamente o a far pervenire alla Cancelleria dell’Arcidiocesi di Brindisi – Ostuni, Piazza Duomo, 12, tutte quelle notizie dalle quali si possano in qualche modo arguire elementi favorevoli o contrari alla fama di santità del detto Servo di Dio.

Dovendosi inoltre raccogliere, a norma delle disposizioni legali, eventuali scritti a lui attribuibili, ordiniamo, col presente EDITTO, a quanti ne fossero in possesso, di rimettere con debita sollecitudine alla medesima Cancelleria qualsiasi scritto, che abbia come autore il Servo di Dio (coloro che gradissero conservarne gli originali, potranno presentarne copia debitamente autenticata).

Stabiliamo, infine, che il presente EDITTO rimanga affisso per la durata di tre mesi alle porte della Cattedrale di Brindisi e di tutte le chiese parrocchiali della nostra Arcidiocesi, come nella bacheca della Curia, e che venga pubblicato sul bollettino diocesano.

Dato in Brindisi, il 03 agosto 2025, XVIII domenica del Tempo Ordinario

 Sac Antonio MAMELI  (Cancelliere Arcivescovile )

 Mons. Giovanni INTINI (S.E. Arcivescovo) 

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 Questo Editto viene letto da Willy, in Turchia, il quale mi manda un WhatsApp:
 
 
 
Grazie a questo messaggio, nasce lo spunto per parlare di Teodoro e del suo attaccamento alla Madonna, del suo costante pensiero rivolto sempre alla Madre celeste. 
 
 Teodoro in Turchia non ci voleva andare, perchè in questo modo avrebbe lasciato Brindisi, ma sopratutto la sua Madonna di Jaddico.

Fu dopo tante insistenze da parte di Giuseppina, la quale aveva piacere affinchè Teodoro vedesse la città dove era nata, affinchè vedesse Smirme, così prima si chiamava l'attuale Izmir, affinchè conoscesse gli ultimi pochi parenti che li erano rimasti. E poi Peter Papi, figlio di Rosa, cugina di Giuseppina, aveva chiesto che Teodoro e Giuseppina facessero da padrini alla sua Roslin che doveva prendere il sacramento della Cresima.
E fu così che Teodoro cedette e i due salparono e su una nave che tanti anni fa faceva la spola tra Brindisi e Smirme, e si vide catapultato in un luogo a lui sconosciuto.

Un porto, quello di Smirne, che non finiva mai, perchè era, ed ètutt'ora, una lunga baia che la nave lentamente percorre fino a poter approdare.

Entrando nel porto a destra c'erano "ta vio' avrefia". Le due piccole montagne, perfettamente uguali, erano così chiamate dalla gente del luogo, per cui: "i due fratelli".

    Qui a Smirne conobbe i cugini di Giuseppina. Teodoro non rimane stupito per la bella casa dall'ampio atrio d'ingresso, con le scale che ti portano al primo piano dove c'è un unico appartamento con un antico parquet che a camminarci sopra scricchiolava un pò, dove gli appartamenti del piano rialzato sono degni di nota; no!, tutto questo non gli interessa. 
    Nota invece nel cortine che si trova sul retro della grande abitazione, la presenza di una statua della Madonna. Ecco per lui, il resto non contava. Ormai aveva deciso come impiegare il suo tempo libero in quella casa. Servivano solo pietre e malta che velocemente seppe procurarsi facendosi aiutare da quelli di casa. Aveva in mente la costruzione di una nicchia che avrebbe ospitato la statua della Madonna.
 
 
Una casa per la Madonna: "la nicchia"  

Teodoro e Giuseppina e la piccola Roslin che a breve riceverà il sacramento della Cresima
 
Teodoro e Giuseppina con la cugina Rosa e la piccola Roslin
 
 Ancora un ritocco nei colori e il lavoro è finito
 
 
Teodoro è vicino alla Madonna restaurata. Il lavoro è completato.
 

 
A questo punto per dare completezza a quanto sopra riportato inserisco la testimonianza di Piero Papi, il quale, anche lui ci parla di questo lavoro fatto da Teodoro. per cui, eviterò di usare la mia memoria, giacché da qualche anno conservo la testimonianza di Peter Pati che vive in Turchia e che ci parla appunto di quando Teodoro arrivato ad Izmir, trovandosi in casa di una cugina della moglie Giuseppina, vedendo una statua della Madonna decise di costruire una nicchia che la potesse ospitare.
Questa la sua testimonianza: 

 

Intanto Teodoro si trova in Turchia e non manca il tempo per visitare la vicina Efeso.
    Alcuni parenti di Giuseppina, conoscendo la particolare sensibilità di Teodoro nei riguardi della Madonna, gli propongono di visitare la casa dove la Madonna, sotto la protezione dell’apostolo Giovanni, ha vissuto i suoi ultimi anni nel silenzio, nella preghiera e con umiltà. 
Gli propongono di raggiungere Efeso, che si trova a circa ottanta km. a sud di Smirne. 
Teodoro è felice di questa cosa e non vede l’ora. 
     La Santa Sede non ha mai dichiarato ufficialmente che si tratti della residenza finale della Vergine, ma lo ha riconosciuto come luogo di preghiera e di pellegrinaggio. 
    Teodoro considera la casa di Maria un luogo specialissimo, un luogo che trasuda la presenza del divino da ogni pietra che si tocca, quindi un luogo di incontro con la Madre.

 

 Qui di seguito alcune foto fatte ad Efeso e poi lungo la strada del ritorno. 

 
 
 
 
Teodoro ad Efeso, davanti alla casa della Madonna mentre parla con una persona del luogo.
A sinistra con Giuseppina i genitori di Willy.   

 
Sempre ad Efeso, appena fuori la casa della Madonna. Anche li una statua della  Vergine, la abbraccia, ma non gli basta e appoggia il suo viso a quello della Madonna.
 
 
 

Dopo aver visitato Efeso una pausa lungo la strada del ritorno viene attratto dalla presenza di alcuni cammelli.
 

domenica 19 ottobre 2025

QUANDO LA MADRE DI DIO DECISE DI FERMARSI A JADDICO

 13 Settembre 2025 Testimonianza pubblica sugli avvenimenti straordinari accaduti nel 1962-63

 


    Il 7 settembre, ecco questo ci è sembrato il giorno giusto per rendere a Jaddico la testimonianza dei fatti accaduti nel 1962-63. 

Quale giorno migliore. In questa data, nel 1962, Maria, la Madonna, decide di scendere sulla terra e presentarsi a Teodoro, e lui impreparato di doversi trovare davanti a questa presenza, non regge il momento, si sente male, così si legge nella testimonianza di Giuseppina moglie di Teodoro, sviene, ma prima di tutto questo ascolta le parole che la Madonna gli dice: “Figlio mio tutto ciò che tu vedrai, non possono vedere anche gli altri, cerca dell’acqua mia e la troverai.”

    Due sono gli elementi contenuti in questa frase:

- Maria che si presenta come Madre della Chiesa (figlio mio), e

- cerca l’acqua. La troverai. Non un’acqua qualsiasi, ma “l’acqua mia”.

    Il Concilio, che andava avanti, ancora non si era espresso, ancora non aveva messo in risalto la figura di Maria quale Madre della Chiesa, ma la Madonna più volte, già nel 1962 e nell’anno a seguire, in sogno e anche di persona si rivolge a Teodoro chiamandolo “figlio mio”.

L’acqua ad oggi è un problema, perché si trova sotto il ponte della superstrada la cui manutenzione è seguita dall’Anas; si trova alla base del letto del canale Giancola, la cui manutenzione è tenuta dall’Arneo di Nardò.

Teodoro non si era preoccupato di questi limiti, i pellegrini scendevano giù, sotto il ponte. L’acqua c’era.

Ora i pellegrini non possono accedere sotto il ponte per i motivi che ho appena indicato. L’acqua stenta ad arrivare.

Una questione di responsabilita, di competenze, di autorizzazioni da ottenere.

    A Brindisi sta sorgendo una piccola Lourdes”, questo si leggeva in quei primi anni su “Oggi Illustrato” a firma di Giorgio Gatta. Un settimanale a tiratura nazionale.

    Ma torniamo alla testimonianza.

Si è pensato poi di spostare di una settimana la data della testimonianza dei fatti accaduti a Jaddico, perché coincideva con la festa patronale e quindi si è deciso per il 13 settembre.

Dopo la messa delle 18.30, un discreto numero di persone erano presenti all’incontro. L’incontro è andato avanti anche con l’aiuto di antiche foto proiettate su un telo, e brevi filmini.

E’ stato necessario rispettare gli orari che erano stati stabiliti, e così dopo 42 minuti si è data conclusione alla testimonianza. Molti dei presenti si sono lamentati del fatto che la testimonianza non è stata completata a causa di mancanza di tempo. Il livello di attenzione dopo tanto tempo era ancora alto. Così facendo si è potuto lasciare un tempo anche ai presenti affinché potessero fare domande al riguardo.

    Si pensa di ripetere la testimonianza fatta il 13 dello scorso mese, dando alla stessa un tempo più ampio.

Nella registrazione che è stata fatta e che viene allegata in questa pagina manca proprio la prima parte che qui di seguito viene riportata, con la quale si da introduzione:

    “Quella di Jaddico è una storia bella, è una storia d’amore, perché come Teodoro dice, Lei è bella, anzi è bella – è bella – è bella.

E Lei, la Madonna, scende sulla terra per amore, per dare seguito ad un disegno di Dio, per unire, ancora una volta, il cielo alla terra." 


Registrazione audio
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Ulteriore riflessione
" La storia di Jaddico è senz’altro intrecciata con quella del Concilio Vaticano II.

Date che si rincorrono.

- Il primo sogno fatto da Teodoro, dove la Madonna lo invita a Jaddico, è dell’11 agosto 1962, il Concilio si apre: l’11 ottobre 1962. Esattamente due mesi dopo.

- La chiusura del Concilio avviene l’8 dicembre 1965 giorno in cui la chiesa di Jaddico viene benedetta dal Vicario dell’epoca, Mons. Armando Franco. Non viene benedetta dal Vescovo Margiotta, il quale è un Vescovo conciliare e in quel momento si trova a Roma.

Nel Concilio viene messo in evidenza la figura della Madonna come Madre della Chiesa e al nostro Santuario in quell’8 dicembre 1962 viene dato il titolo di Maria Madre della Chiesa.

Quante volte la “Madre della Chiesa” rivolgendosi a Teodoro lo chiama “figlio mio”. Nei sogni fatti da Teodoro la Madonna continuamente si rivolge a lui in questo modo.

I due parlano di una costruzione e Teodoro mostra la sua fragilità:

- Speriamo che la Madonna mi dia la forza e la possibilità di finirla.

In risposta la Signora appoggiandogli la mano sulla spalla, gli dice:

- Non ti preoccupare “figlio mio”, tu credi che la Madonna non ti aiuterà?, ovunque andrai ti proteggerà e il suo aiuto non ti mancherà mai.

Si può raddrizzare un albero quando è giovane, perché poi con il passare degli anni, il legno diventa duro e non puoi più aggiustare la sua forma.

Teodoro, ormai cinquantenne era il legno duro sul quale la Madonna ha lavorato e lui si è reso morbido, non ha posto resistenza e si è fatto raddrizzare.

Se andate a Roma andate a visitare la chiesa di Santa Maria della Vittoria al cui interno troverete l’opera meravigliosa realizzata dal Bernini. Lo scultore è partito da un blocco di marmo e con tanta pazienza e con la tecnica del levare e con martello e scalpello, ha tolto i pezzi e i frammenti di marmo che bloccavano al suo interno l’opera, fino ad ottenere un risultato che è una vera opera d’arte, fino ad ottenere ciò che va sotto il nome di “Estasi di Santa Teresa d’Avila”.

Un lavoro questo che i critici d’arte indicano come un vero capolavoro.

Teodoro, l’uomo vecchio, si trova chiuso, si trova imprigionato all’interno di un blocco di marmo. Questa volta però di lui si è interessato lo scultore divino: la Madonna.

Ma quanta pazienza ha avuto la Madonna!, ma quanta abilità, quanta maestria questo Scultore.

Dall’altra parte Teodoro si è reso mansueto, si è lasciato plasmare, si è reso obbediente, così come la Madonna ha voluto.

A questo punto Teodoro è come se uscisse di scena, si mette da parte, ama il nascondimento, non chiede nulla per sé, ad imitazione della Madonna ama il silenzio.

Chi aveva in passato subito qualche torto da Teodoro ne approfitta, lo schernisce, lo offende, lo mette alla berlina, e lui rimane in silenzio.

Teodoro era diventato obbediente ai suggerimenti che la Madonna gli dava. L’uomo vecchio non esisteva più, solo l’uomo nuovo."


Inizio carosello Immagini
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PRIMO PREMIO AL PRESEPE DI JADDICO

Arriva Natale: murali, spatacchie, chiodi e martello.  Teodoro non si accontentava di realizzare un piccolo presepe. Grande è l'amore ch...