AVVIATO A JADDICO IL PROCESSO DIOCESANO DI BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE DI TEODORO
Jaddico, 13 novembre 2025
Causa di canonizzazione e beatificazione del Servo di Dio Teodoro D’Amici
Un evento ecclesiale che ci consente di fare luce sulla testimonianza che ci arriva da parte di un uomo scelto da Dio per il tramite della Madonna, affinché un suo progetto di fede avesse inizio.
Per tutto ciò il Signore Dio nostro ha scelto Teodoro, una persona, uno come noi, il quale ci insegna in che modo si possono dedicare alla Madonna gli ultimi trent’anni della propria vita.
Il Vescovo Mons. Giovanni Intini, alla sua destra il delegato episcopale sac. Giuseppe Pendinelli, il promotore di giustizia sacerdote Pio Realino Conte, il notaio dottor Vito Colaianni, il notaio sacerdote Donato Pizzutolo
Ci insegna come si può vivere solo per questo ideale, per la propria famiglia, per il prossimo.
Teodoro ci lascia un segno profondo di fede, di preghiera e di servizio nella Chiesa. Ha creato distacco da ogni interesse personale e ha rinunciato a se stesso.
Tutto questo ci incoraggia a vivere una vita con gli occhi protesi verso il cielo.
Ringraziamo il Signore per averci donato questo uomo, per averci donato Teodoro.
La figura di questo uomo non sfugge a Mons. Domenico Caliandro, Vescovo di Brindisi. Nel tempo del suo mandato, ha ritenuto di voler fare discernimento su quanto accaduto a Jaddico negli anni 1962-63. Pertanto attraverso l’aiuto di tre censori, entra nel profondo dei fatti di Jaddico e decreta veri i sogni, il miracolo della luce e l’apparizione della Madonna. Si, la Madonna si è veramente fermata in questa terra di Brindisi.
Questa verità, senza clamore, intorno all’anno 1963, era già stata annunciata dal futuro San Pio da Pietralcina, il quale parlando a Calcedonio De Marco suo figlio spirituale e Servo della Madonna, gli dice di non lasciare da lui l’offerta in denaro che aveva raccolto, ma di portarla a Brindisi, perchè li stavano costruendo una chiesa. Padre Pio aveva anche conosciuto Teodoro in confessione.
Gli attuali Servi della Madonna di Jaddico, figli di quei primi Servi che più di sessant’anni fa hanno costruito questo Santuario, ed anche fratelli di quei primi Servi, perché nulla nel tempo è stato mai interrotto, hanno fortemente creduto nel progetto di beatificazione e canonizzazione di Teodoro e hanno, confidando nell’aiuto di Dio e della Provvidenza, voluto rendersi promotori di questa causa e attori della stessa, affinché il Servo di Dio Teodoro, potesse essere ritenuto un modello da imitare e da prendere come esempio, ma sempre e solo per la gloria di Dio.
I Servi della Madonna, in questo modo, hanno voluto far conoscere un uomo che prima della sua completa e perfetta conversione, davanti ad una chiesa faceva solo un segno di croce e niente più, un uomo che ha voluto ardentemente sentirsi e diventare figlio di Maria, figlio obbediente della Madre della Chiesa, come pure questo Santuario si chiama, come pure ha voluto lui stesso che questo Santuario così si chiamasse.
Teodoro non è giovane, non è un giovane, è un vigile urbano cinquantenne, lui è il legno duro che non si può raddrizzare, ma che nonostante tutto dritto è diventato grazie all’intervento della Madonna e del suo Figlio Gesù Cristo che ne hanno forgiato la fede e lo hanno poi guidato per tutta la sua vita.
Jaddico attraverso Teodoro, diventa lo scopo di vita per tutti noi, perché ci fa rivolgere gli occhi verso il cielo.
Jaddico, un muro che ci fa tornare indietro nei secoli, ci fa pronunciare una parola difficile e intraducibile: “l’occhiatura”.
Si, in lungo e in largo, nella città di Brindisi, si diceva che ha Jaddico fosse stato sepolto un tesoro, alla fine, questo uomo che noi conosciamo come persona di poche parole ha ammesso: “Quel tesoro io l’ho trovato e quel tesoro è la Madonna.”
In questa giornata il Commissario dei Carmelitani, Padre Jan Malicki ci parla di un giorno di grazia. Il suo saluto va alla Pia Associazione dei Servi della Madonna che custodiscono con amore l’eredità spirituale di Teodoro, una eredità che fa aumentare anche in tutti noi il desiderio dei beni celesti.
In queste due ultime foto le autorità civili e militari, il vice Prefetto dr.ssa Maria Rita Coluccia e la sig.ra Isabella Caliandro, sorella del Vescovo Domenico Caliandro.
Il Vescovo Mons. Giovanni Intini ci dice che non dobbiamo chiederci o farci meraviglia perché la Madonna si è rivolta proprio a Teodoro. Il Padre Celeste “ha guardato l’umiltà della sua serva”, ed è andato a scegliersi come madre l’ultima ragazza di Nazareth. Non ha scelto una regina e nemmeno una matrona romana.
E’ stato scelto Teodoro perché Dio ha visto che in quel cuore c’era un tessuto nel quale si poteva lavorare.
Teodoro ci offre una testimonianza senza rumori, senza clamori, si è lasciato modellare da Dio. Jaddico è frutto della esperienza spirituale di questo uomo. Jaddico è un luogo dove tante persone confluiscono, non solo da Brindisi, non solo dalla diocesi di Brindisi–Ostuni, non solo dalla Puglia. Jaddico è un luogo di spiritualità mariana, una spiritualità che non è chiassosa, che non è pacchiana, una spiritualità discreta.
Dobbiamo continuare a pregare affinché lo Spirito Santo, sopratutto in questo tempo in cui andrà avanti il processo, aiuti chi deve operare ed anche chi deve testimoniare.
Il postulatore prof. Romano Gambalunga, infine ci dice che si è accostato a questo progetto, a questo lavoro, perché tutto era limpido, nessuno scandalo intorno alla figura di Teodoro, nessuna maldicenza. La Madonna di Jaddico assieme a Teodoro sono una bella realtà dove si vive uno stile contemplativo, sobrio, stupendo, al contrario di altri Santuari.
Postulatore prof. Romano Gambalunga
Il postulatore ci ricorda le parole del Vescovo Todisco che parlando di Teodoro dice che era una persona giusta, una persona che si è convertita, che ha conosciuto il Signore e da quel momento la sua vita è cambiata radicalmente. Ancora aggiungeva il postulatore Romano Gambalunga, Mons. Todisco diceva che non dimenticare Jaddico significa anche fare memoria di Teodoro.
Giuramento del postulatore prof. Romano Gambalunga
Questa causa non sarà complicata, continua il dottor Gambalunga, questo processo non è complicato, è semplice, ma non sarà facile, perché come Maria, Teodoro non ha parlato, ha detto poche cose, ha parlato con la vita. Teodoro è un testimone che irradia.
Ci troviamo in un tempo in cui se non si appare, se non si parla, se non si scrive, se non si pubblica, non si è nessuno. Ebbene Teodoro è esattamente il contrario, è l’essenziale. Se sapremo capire questo, saremo in grado di capire il tipo di santità.
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