martedì 22 agosto 2023

Una notizia che addolora il cuore. Augusto Lisi, Servo della Madonna, è tornato alla Casa del Padre

Un pianto, ma non ci sono lacrime. Piange il cuore.

Il Paradiso non può attendere!


Non c’è più l’ombra, eppure era grande, era anche buona. E i nidi? Come farà la capinera? Questo scrive Giovanni Pascoli.

Augusto era tutto questo. Lo era già prima che l’albero cadesse. Solo che lui non è andato giù, è volato su, è nelle mani del Signore e di quella Madonna di Jaddico che lui, Servo della Madonna, ha tanto amato.

È morto Augusto Lisi.

Una notizia che addolora il cuore.

Come dice Pascoli, nella sua poesia, si ode un pianto, quello di chi non potrà più rivederlo.

A Fasano la messa il 24 agosto, alle 9.30, alla Chiesa Matrice.

Noi Servi - questa è l’idea e se ce n’è una migliore ben venga - anziché i manifesti che nessun familiare vedrebbe, possiamo far celebrare una messa il prossimo 27, giorno anche del pellegrinaggio, all’arrivo a Jaddico.


domenica 20 agosto 2023

20 AGOSTO 1962 - ILLUMINAZIONE DEL MURO DI JADDICO

“Madonna mia, sei stata contenta? Vuoi altri fiori e candele (ceri), a mezzanotte? Per il giorno 20? te li porterò Madonna mia”


da Tonino (figlio di Teodoro D'Amici)

ILLUMINAZIONE DEL MURO DI JADDICO – 20 AGOSTO 1962

Teodoro continuerà a sognare la Madonna che lo invita ad andare a trovarla a Jaddico, ma procediamo con ordine.

Alla vigilia dell’Assunta, al ritorno da Jaddico, ormai è tardi, Teodoro va a letto. Sono circa le due del mattino e sogna: “Madonna mia, sei stata contenta? Vuoi altri fiori e candele (ceri), a mezzanotte? Per il giorno 20? te li porterò Madonna mia”.

Giunto giorno 20 Teodoro chiede ancora una volta ad Elvio Martinelli di accompagnarlo a Jaddico. L’amico che abita al primo piano della palazzina dove vive Teodoro, un tecnico/disegnatore della Montedison che era stato compare di Comunione e Cresima del figlio, cioè di Tonino.

Ma Elvio declina l’invito e ha un ottimo alibi: i suoceri che vivono a Bari sono venuti in visita a Brindisi e dormono nella sua casa costringendo lui e la moglie Maria Moretti a dormire nella casa di Tina, figlia di Teodoro.

Elvio ora sa che accettare l’invito di Teodoro vuol dire lasciare la città ed entrare in un tratturo di campagna e raggiungere il luogo dove c’è il muro con l’icona della Madonna, a quell’ora di notte, circondato da un canneto e da così tanta vegetazione da inghiottire la macchina di Teodoro rendendolo vulnerabile nel caso ci fosse stato qualche male intenzionato. E poi in quel posto i brividi attraversano la schiena. Tutto si mescola: il gracidare delle rane, l’abbaiare lontano dei cani, il frinire dei grilli, il vento che muove le foglie che a loro volta non rimangono silenziose, il rumore delle macchine che attraversano la vicina litoranea e poi scompaiono. E non era certo un segreto che la zona fosse infestata da “scursuni”. E’ più prudente declinare l’invito pensa il Martinelli.

I suoceri di Martinelli dormiranno in casa dello stesso Martinelli, al primo piano, invece Martinelli e la moglie Moretti Maria dormiranno al piano terra dove insistono due appartamenti, quello di Teodoro e quello della figlia Tina, che è ammobiliato, non abitato, perché Tina vive a Taranto dove il marito lavora. I due appartamenti sono comunicanti tra di loro attraverso il cortile.

E’ estate, siamo in agosto, fa caldo, le porte dei due appartamenti dal lato del cortile rimangono aperte.

Dal diario di Giuseppina :

⚡⚡“ Teodoro giorno 20 invitava nuovamente il signor Martinelli a recarsi sul luogo. Martinelli si rifiutava, trovando delle scuse. Io intervenni e mi prestai di accompagnarlo. Facemmo tutta la strada in silenzio, e giunti sul posto, Teodoro scese per deporre i fiori e candele. Io rimasi nella macchina, improvvisamente vedemmo tutto il luogo illuminarsi di una luce indescrivibile con riflessi su tutta la campagna. Abbagliato dalla luce divina Teodoro si inginocchiò e piangendo disse: “Madonna mia dimmi cosa vuoi da me? tutto ciò che vuoi, mi farò servo tuo per accontentarti.” Questa luce durò circa 7 - 8 minuti, poi scomparve. Teodoro ritornava verso la macchina tutto affannato, sudato, quasi non poteva mantenersi in piedi e per 15 minuti rimase nello stesso stato.”

Appena Teodoro sta un po’ meglio, appena si sente in grado di guidare la macchina i due rientrano in città.

Entrati in casa, Giuseppina in fretta percorre per intero il proprio appartamento, attraversa il cortile ed entra in casa di Tina, dove Elvio e Maria beati dormono. Prende per i piedi Elvio, sveglia entrambi, ed inizia a raccontare.

Non si dorme più. E’ troppo grande quel che è successo, è una cosa che abbraccia il soprannaturale, quanto accaduto viene raccontato per tutta la notte.  “ ⚡⚡

mercoledì 16 agosto 2023

Pioggia di fiori a Jaddico Festa dell'ASSUNTA e all'alba al cimitero pellegrinaggio con la Madonna

Festa dell'Assunta in Cielo, pioggia di fiori in onore di Maria Madre della Chiesa a Jaddico

15 agosto 2023 ore 21,00, 
come ogni anno al Santuario Maria Madre della Chiesa a Jaddico si ripete la consueta pioggia di rose e fiori, quest'anno ancora più ricca animata da Padre Enzo e Padre Emanuele, che ringraziamo con tanto affetto. 












All'alba del 15 agosto a Brindisi, dopo due ore di pellegrinaggio dal Duomo, tra canti e preghiere alla Vergine Assunta in Cielo, la statua della Madonna ha fatto ingresso nella Cappella del Cimitero. A seguire la celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Giovanni Intini.







lunedì 14 agosto 2023

Jaddico 14 agosto 1962 a Mezzanotte: l'inizio di una storia, le più belle parole del mondo.

 Portami ceri e fiori! a che ora? A mezzanotte!





È l’inizio di una storia. Una bella storia...... La più bella storia d'AMORE!

Nemmeno lui, nemmeno Teodoro poteva immaginare.

Nelle notti dell’11 - 12 e 13 sempre lo stesso sogno. Lo conosciamo già: “Portami ceri e fiori.
A che ora?
A mezzanotte
.”

Il 14 agosto 1962 Teodoro ed Elvio (Elviro) Martinelli vanno a Jaddico.

Li una preghiera, i fiori e un fiammifero per accendere i ceri.

Secondo me, un po’ di paura e tanta paura, rispettivamente da parte di Teodoro è di Elvio. Infatti la tanta di Elvio gli farà dire di no a Teodoro per il 20 di agosto.

Le cose dovevano andare così, la storia doveva iniziare, naturalmente con Teodoro e al suo fianco Giuseppina.

Una bella storia, una storia in cui la Madonna si ferma a Brindisi, ma c’è anche la presenza di Dio, come ci dicono alcuni testimoni quando vedono lingue di fuoco scendere sul muro. È Dio che si manifesta attraverso lo Spirito Santo.

Quante cose nasconde Jaddico. Quanto c’è ancora da scoprire.

Dal diario di Giuseppina

"Teodoro vide al suo sogno la Madonna che lo invitava per la mezzanotte a recarsi sul posto (a Jaddico), portando fiori e candele.

La mattina quando si svegliò non fece caso a ciò che aveva sognato, e ciò si ripeté per altre 2 volte. Il terzo giorno, disse fra sé che strano il ripetersi dello stesso sogno, per tre notti, così l'11 agosto 1962 decise di andare a quel luogo. Anziché recarsi a mezzanotte, andò verso le ore 22,30, ed invitò con lui il sig. Martinelli. Quando mi sono accorta che andava via da casa, mi sono avvicinata a lui ed ho visto nella sua macchina un mazzo di fiori, non sapendo dove andava pensai che quei fiori erano destinati tutt’altro che alla Madonna. Rientrando a casa vidi sul calendario che ricorreva la festa di Maria Assunta.

Quando mio marito ritornò feci delle domande: “Dove hai portato quei fiori?”, lui non volle rispondermi, così nacque una lite. Andammo a letto, non riuscii a dormire, verso le ore 2 sentii Teodoro D'Amici i sogni, ma prima dei suoi i sogni di San Giuseppeoro parlare nel sonno, dicendo: “Madonna mia, sei stata contenta?, vuoi altri fiori e candele?, a mezzanotte? per il giorno 20?, te li porterò Madonna mia.

Fu così che capii tutto.

Poiché Teodoro non aveva voluto spiegarmi dove portava i fiori, tenni il segreto anch’io per tutto ciò che avevo sentito nel suo sogno.
"

🙏🙏🙏 🙏🙏🙏 🙏🙏🙏 🙏🙏🙏 🙏🙏🙏  


Per approfondire (sinteticamente) la conoscenza di questa meravigliosa Storia, si pubblica un articolo dalla fonte:

©Anna Raisa Favale Anna Raisa Favale - pubblicato il 06/09/21

La Madonna di Jaddico, la Mamma che ci aspetta in strada (aleteia.org)

La Madonna di Jaddico, la Mamma che ci aspetta in strada

MADONNA DI JADDICO

Un santuario in provincia di Brindisi per i più poco noto, ma amatissimo e ricco di segni, guarigioni e conversioni; è dedicato a Maria Madre della Chiesa.

L’aeroporto di Brindisi è per me un luogo estremamente familiare.

Tra partenze e ritorni, appena atterro ne riconosco il profumo delle campagne attorno, l’aria dolce delle palme insieme al mare, e quello della terra rossa bagnata dalla pioggia, se ha da poco piovuto.

È a un’ora di macchina dal mio paese, ed è anche l’ultimo luogo che saluto, prima di andare, e il primo che reincontro – magari di ritorno da un lungo viaggio – ritornando a casa.

Un luogo in cui Maria è apparsa negli anni ’60

Ma che appena fuori da quelle piste ormai così battute e da quel blu intenso che sempre con tristezza saluto quando mi alzo in volo, ci fosse un luogo dove la Madonna stessa é apparsa nel Novecento, questo mi era completamente sconosciuto.

L’ho scoperto pochi mesi fa, cercando un luogo dove ci fosse Adorazione perpetua.

Sí, perché a “Jaddico” – così si chiama la contrada da cui il Santuario prende il nome – si fa anche adorazione perpetua, di giorno e di notte, senza sosta. E non c’è da stupirsi, perché é Maria la padrona di casa.

Madre della Chiesa

Dedicato a Lei come “Maria Madre della Chiesa”, primo Santuario al mondo ad esserle dedicato con questo titolo dal 1965, Jaddico è casa: una casa semplice, umile, poco chiassosa, che non fa rumore, in perfetto stile con Maria – e soprattutto, una casa sul ciglio della strada.

Quasi sul ciglio della strada

Costruito appena sotto a quella che sarebbe diventata la super strada, su una parallela minore eppure visibile da sopra, si trova la Chiesa, con all’esterno una fonte d’acqua.

Entro nel Santuario ignara della storia. L’altare è posto in fondo a quello che sembra un piccolo anfiteatro. La prima cosa che ti guarda, prima ancora che sia tu, a guardarla, è un dipinto della Madonna col bambino, sul resto di quello che sembra un muro rupestre, poi recuperato.

È magnetico, fortissimo.


Il veggente, un vigile urbano

Vengo a scoprire, infatti, che tutta la sua storia ruota intorno a quel dipinto.

Nella notte tra l’11 e il 12 Agosto 1962, un vigile urbano di Brindisi, Teodoro D’Amici, fa un sogno: sente una voce femminile dolcissima che lo invita a raggiungere un luogo, in campagna, dove c’è un muro fatiscente ma sul quale è ancora visibile un affresco della Madonna col bambino. La voce gli dice: “Portami ceri e fiori”. “A che ora?” – risponde lui – “A mezzanotte”.

La notte tra il 14 e il 15 Agosto, giorno dell’Assunta, Teodoro si reca nel luogo indicato.

I sogni e i fenomeni di luce

I sogni continuano e il devoto vigile torna al rudere, insieme alla moglie, la notte del 20 Agosto. Qui, mentre pone i fiori nel vaso, il rudere si illumina di una luce intensa che rende brillante l’affresco. Teodoro cade in ginocchio e pronuncia queste parole: “Dimmi quello che vuoi Madonna mia, e mi farò servo tuo, per accontentarti”.

Lo strano fenomeno si ripete ancora la notte del 27 agosto e del 31. In queste notti non si illumina solo il dipinto ma l’intera campagna circostante. Nel frattempo la voce si è sparsa e molte persone assistono al fenomeno della luce.

Un santuario per la Madonna

Il 6 settembre Teodoro sogna di andare a trovare la Madonna, che sembra aspettarlo in una piccola strada di spine. Gli dice: “Figlio mio, ho tanto freddo, coprimi”. Teodoro intuisce in quelle parole la volontà di costruirle intorno una casa, un Santuario.

La notte del 7 Settembre, è la notte che sancisce l’avvenimento più importante: mentre Teodoro è in preghiera con altri familiari ed amici, sente come dei rumori provenire dalle spalle del muro affrescato. Fa il giro, finalmente la Madonna gli appare, in piena coscienza, in carne ed ossa. L’intensità dell’incontro é così forte che Teodoro quasi sviene.

L’acqua sorgiva e miracolosa

Il 17 Ottobre fa un altro sogno: vede degli operai che stanno gettando le fondamenta della Chiesa ma del cemento gli va nell’occhio, che inizia a bruciare. Allora la Madonna gli dice: “Va da quella parte dove c’è l’acqua mia, lavati, e tutto passerà”. Questo sogno viene confermato il 5 Novembre, dopo che il muro si illumina di nuovo per una durata di circa 5 minuti; mentre Teodoro è in ginocchio, sente la Madonna pronunciare queste parole: “Ciò che tu vedi gli altri non potranno vedere. Cerca l’acqua mia e la troverai”. Il 21 Novembre, dopo giorni di ricerca, vengono alla luce quattro polle d’acqua, è acqua sorgiva.

Da quel giorno, senza sosta, i fedeli portano malati a quell’acqua e diverse sono state le guarigioni e i miracoli.

Utilizzando tutti i suoi risparmi, contraendo debiti e chiedendo donazioni che generose arrivano dalla gente, Teodoro fa sí che i lavori continuino senza sosta. Il 27 Maggio 1963 è la data dell’ultimo appuntamento visibile con la Madonna, l’ultima illuminazione.

“Ecco la Madonna!”

Sono presenti più di 70 persone. Nel silenzio e nella preghiera si alza un grido: “Ecco la Madonna!” Ad averla vista stavolta però non era stato Teodoro, ma una ragazza sordomuta, che piangendo indica il quadro.

A custodire il Santuario giorno e notte sono i Padri Carmelitani scalzi.

Luogo di pellegrinaggio per i pellegrini che ci vanno o per quelli che passando si trovano per provvidenza ad incontrarlo, Jaddico é uno di quei luoghi di pellegrinaggio “minori”, sicuramente meno conosciuti dei grandi Fatima o Lourdes, e dove eppure la Madonna è apparsa allo stesso modo.

Una Madonna quotidiana, tra la vita di famiglia e la comunità, tra i nostri viaggi, il nostro andare e tornare, le nostre relazioni, il nostro lavoro.

Una Madonna feriale e quotidiana, sempre dentro alle nostre vite

La Madonna scelse di apparire ad un vigile urbano. Non a dei bambini, non a dei consacrati. Ma ad un uomo che nella semplicità della sua vita provava a vivere da cristiano vero.

La Madonna di Jaddico è la Madonna della porta accanto, della contrada sconosciuta, della campagna che circonda i nostri paesi, della strada. Una presenza che ci ricorda che la vicinanza con Suo figlio può essere costante e totale anche dal piccolo delle nostre vite normali, tra un turno di lavoro e un altro, tra le discussioni, nelle incomprensioni con chi amiamo. Lei è lì, insieme a Suo figlio sempre esposto, ad aspettarci instancabile, giorno e notte, come solo Lei sa fare, per accoglierci tra le sue braccia e riportarci alla fonte della vita, sempre.

Una madre che non si dà mai pace per i propri figli, che non dorme la notte per vederli arrivare sani e salvi a casa, che non ha paura di sostare in strade non battute e nelle campagne buie, perché la Sua luce illumina ogni cosa intorno.

La Madonna della strada, per nulla protetta da mura imponenti o foreste invalicabili, ma facilmente visibile da una strada ad alto scorrimento, in macchina, magari di ritorno dalle vacanze con le valigie ancora dentro.

Una Madonna che si spoglia, che si dà senza protezione, senza difficoltà, una Madonna così facile da trovare che squarcia la coltre della nostra incredulità e ci chiede con forza: “Ma tu ci credi, che io sono qui, con te, nella tua vita, nella sua semplicità, tra le tue cose quotidiane, sulla strada della tua vita?” E che ci chiama alla santità.

Jaddico è stato in questi anni e continua ad essere luogo di piccoli e grandi miracoli, fisici e spirituali. Di conversione e di preghiera.


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Accadde il 25 aprile 1963

Dal diario di Giuseppina Cassano, moglie di Teodoro D'amici - Giorno 25 Aprile 1963 ""      Come tutte le sere immancabilmente...