Portami ceri e fiori! a che ora? A mezzanotte!
È l’inizio di una storia. Una bella storia...... La più bella storia d'AMORE!
Nemmeno lui, nemmeno Teodoro poteva immaginare.Nelle notti dell’11 - 12 e 13 sempre lo stesso sogno. Lo conosciamo già: “Portami ceri e fiori.
A che ora?
A mezzanotte.”
Il 14 agosto 1962 Teodoro ed Elvio (Elviro) Martinelli vanno a Jaddico.
Li una preghiera, i fiori e un fiammifero per accendere i ceri.
Secondo me, un po’ di paura e tanta paura, rispettivamente da parte di Teodoro è di Elvio. Infatti la tanta di Elvio gli farà dire di no a Teodoro per il 20 di agosto.
Le cose dovevano andare così, la storia doveva iniziare, naturalmente con Teodoro e al suo fianco Giuseppina.
Una bella storia, una storia in cui la Madonna si ferma a Brindisi, ma c’è anche la presenza di Dio, come ci dicono alcuni testimoni quando vedono lingue di fuoco scendere sul muro. È Dio che si manifesta attraverso lo Spirito Santo.
Quante cose nasconde Jaddico. Quanto c’è ancora da scoprire.
Dal diario di Giuseppina
"Teodoro vide al suo sogno la Madonna che lo invitava per la mezzanotte a recarsi sul posto (a Jaddico), portando fiori e candele.
La mattina quando si svegliò non fece caso a ciò che aveva sognato, e ciò si ripeté per altre 2 volte. Il terzo giorno, disse fra sé che strano il ripetersi dello stesso sogno, per tre notti, così l'11 agosto 1962 decise di andare a quel luogo. Anziché recarsi a mezzanotte, andò verso le ore 22,30, ed invitò con lui il sig. Martinelli. Quando mi sono accorta che andava via da casa, mi sono avvicinata a lui ed ho visto nella sua macchina un mazzo di fiori, non sapendo dove andava pensai che quei fiori erano destinati tutt’altro che alla Madonna. Rientrando a casa vidi sul calendario che ricorreva la festa di Maria Assunta.
Quando mio marito ritornò feci delle domande: “Dove hai portato quei fiori?”, lui non volle rispondermi, così nacque una lite. Andammo a letto, non riuscii a dormire, verso le ore 2 sentii Teodoro D'Amici i sogni, ma prima dei suoi i sogni di San Giuseppeoro parlare nel sonno, dicendo: “Madonna mia, sei stata contenta?, vuoi altri fiori e candele?, a mezzanotte? per il giorno 20?, te li porterò Madonna mia.
Fu così che capii tutto.
Poiché Teodoro non aveva voluto spiegarmi dove portava i fiori, tenni il segreto anch’io per tutto ciò che avevo sentito nel suo sogno."
La Madonna di Jaddico, la Mamma che ci aspetta in strada (aleteia.org)
MADONNA DI JADDICO
Un santuario in provincia di Brindisi per i più poco noto, ma amatissimo e ricco di segni, guarigioni e conversioni; è dedicato a Maria Madre della Chiesa.
L’aeroporto di Brindisi è per me un luogo estremamente
familiare.
Tra partenze e ritorni, appena atterro ne riconosco il
profumo delle campagne attorno, l’aria dolce delle palme insieme al mare, e
quello della terra rossa bagnata dalla pioggia, se ha da poco piovuto.
È a un’ora di macchina dal mio paese, ed è anche l’ultimo
luogo che saluto, prima di andare, e il primo che reincontro – magari di
ritorno da un lungo viaggio – ritornando a casa.
Un luogo in cui Maria è apparsa negli anni ’60
Ma che appena fuori da quelle piste ormai così battute e da
quel blu intenso che sempre con tristezza saluto quando mi alzo in volo, ci
fosse un luogo dove la Madonna stessa é apparsa nel Novecento, questo mi era
completamente sconosciuto.
L’ho scoperto pochi mesi fa, cercando un luogo dove ci fosse
Adorazione perpetua.
Sí, perché a “Jaddico” – così si chiama la contrada da cui
il Santuario prende il nome – si fa anche adorazione perpetua, di giorno e di
notte, senza sosta. E non c’è da stupirsi, perché é Maria la padrona di casa.
Madre della Chiesa
Dedicato a Lei come “Maria Madre della Chiesa”, primo
Santuario al mondo ad esserle dedicato con questo titolo dal 1965, Jaddico è
casa: una casa semplice, umile, poco chiassosa, che non fa rumore, in perfetto
stile con Maria – e soprattutto, una casa sul ciglio della strada.
Quasi sul ciglio della strada
Costruito appena sotto a quella che sarebbe diventata la
super strada, su una parallela minore eppure visibile da sopra, si trova la
Chiesa, con all’esterno una fonte d’acqua.
Entro nel Santuario ignara della storia. L’altare è posto in
fondo a quello che sembra un piccolo anfiteatro. La prima cosa che ti guarda,
prima ancora che sia tu, a guardarla, è un dipinto della Madonna col bambino,
sul resto di quello che sembra un muro rupestre, poi recuperato.
È magnetico, fortissimo.
Il veggente, un vigile urbano
Vengo a scoprire, infatti, che tutta la sua storia ruota
intorno a quel dipinto.
Nella notte tra l’11 e il 12 Agosto 1962, un vigile urbano
di Brindisi, Teodoro D’Amici, fa un sogno: sente una voce femminile dolcissima
che lo invita a raggiungere un luogo, in campagna, dove c’è un muro fatiscente
ma sul quale è ancora visibile un affresco della Madonna col bambino. La voce
gli dice: “Portami ceri e fiori”. “A che ora?” – risponde lui – “A mezzanotte”.
La notte tra il 14 e il 15 Agosto, giorno dell’Assunta,
Teodoro si reca nel luogo indicato.
I sogni e i fenomeni di luce
I sogni continuano e il devoto vigile torna al rudere,
insieme alla moglie, la notte del 20 Agosto. Qui, mentre pone i fiori nel vaso,
il rudere si illumina di una luce intensa che rende brillante l’affresco.
Teodoro cade in ginocchio e pronuncia queste parole: “Dimmi quello che vuoi
Madonna mia, e mi farò servo tuo, per accontentarti”.
Lo strano fenomeno si ripete ancora la notte del 27 agosto e
del 31. In queste notti non si illumina solo il dipinto ma l’intera campagna
circostante. Nel frattempo la voce si è sparsa e molte persone assistono al
fenomeno della luce.
Un santuario per la Madonna
Il 6 settembre Teodoro sogna di andare a trovare la Madonna,
che sembra aspettarlo in una piccola strada di spine. Gli dice: “Figlio mio, ho
tanto freddo, coprimi”. Teodoro intuisce in quelle parole la volontà di
costruirle intorno una casa, un Santuario.
La notte del 7 Settembre, è la notte che sancisce
l’avvenimento più importante: mentre Teodoro è in preghiera con altri familiari
ed amici, sente come dei rumori provenire dalle spalle del muro affrescato. Fa
il giro, finalmente la Madonna gli appare, in piena coscienza, in carne ed
ossa. L’intensità dell’incontro é così forte che Teodoro quasi sviene.
L’acqua sorgiva e miracolosa
Il 17 Ottobre fa un altro sogno: vede degli operai che
stanno gettando le fondamenta della Chiesa ma del cemento gli va nell’occhio,
che inizia a bruciare. Allora la Madonna gli dice: “Va da quella parte dove c’è
l’acqua mia, lavati, e tutto passerà”. Questo sogno viene confermato il 5
Novembre, dopo che il muro si illumina di nuovo per una durata di circa 5
minuti; mentre Teodoro è in ginocchio, sente la Madonna pronunciare queste
parole: “Ciò che tu vedi gli altri non potranno vedere. Cerca l’acqua mia e la
troverai”. Il 21 Novembre, dopo giorni di ricerca, vengono alla luce quattro
polle d’acqua, è acqua sorgiva.
Da quel giorno, senza sosta, i fedeli portano malati a
quell’acqua e diverse sono state le guarigioni e i miracoli.
Utilizzando tutti i suoi risparmi, contraendo debiti e
chiedendo donazioni che generose arrivano dalla gente, Teodoro fa sí che i
lavori continuino senza sosta. Il 27 Maggio 1963 è la data dell’ultimo
appuntamento visibile con la Madonna, l’ultima illuminazione.
“Ecco la Madonna!”
Sono presenti più di 70 persone. Nel silenzio e nella
preghiera si alza un grido: “Ecco la Madonna!” Ad averla vista stavolta però
non era stato Teodoro, ma una ragazza sordomuta, che piangendo indica il
quadro.
A custodire il Santuario giorno e notte sono i Padri
Carmelitani scalzi.
Luogo di pellegrinaggio per i pellegrini che ci vanno o per
quelli che passando si trovano per provvidenza ad incontrarlo, Jaddico é uno di
quei luoghi di pellegrinaggio “minori”, sicuramente meno conosciuti dei grandi
Fatima o Lourdes, e dove eppure la Madonna è apparsa allo stesso modo.
Una Madonna quotidiana, tra la vita di famiglia e la
comunità, tra i nostri viaggi, il nostro andare e tornare, le nostre relazioni,
il nostro lavoro.
Una Madonna feriale e quotidiana, sempre dentro alle nostre
vite
La Madonna scelse di apparire ad un vigile urbano. Non a dei
bambini, non a dei consacrati. Ma ad un uomo che nella semplicità della sua
vita provava a vivere da cristiano vero.
La Madonna di Jaddico è la Madonna della porta accanto,
della contrada sconosciuta, della campagna che circonda i nostri paesi, della
strada. Una presenza che ci ricorda che la vicinanza con Suo figlio può essere
costante e totale anche dal piccolo delle nostre vite normali, tra un turno di
lavoro e un altro, tra le discussioni, nelle incomprensioni con chi amiamo. Lei
è lì, insieme a Suo figlio sempre esposto, ad aspettarci instancabile, giorno e
notte, come solo Lei sa fare, per accoglierci tra le sue braccia e riportarci alla
fonte della vita, sempre.
Una madre che non si dà mai pace per i propri figli, che non
dorme la notte per vederli arrivare sani e salvi a casa, che non ha paura di
sostare in strade non battute e nelle campagne buie, perché la Sua luce
illumina ogni cosa intorno.
La Madonna della strada, per nulla protetta da mura
imponenti o foreste invalicabili, ma facilmente visibile da una strada ad alto
scorrimento, in macchina, magari di ritorno dalle vacanze con le valigie ancora
dentro.
Una Madonna che si spoglia, che si dà senza protezione,
senza difficoltà, una Madonna così facile da trovare che squarcia la coltre
della nostra incredulità e ci chiede con forza: “Ma tu ci credi, che io sono
qui, con te, nella tua vita, nella sua semplicità, tra le tue cose quotidiane,
sulla strada della tua vita?” E che ci chiama alla santità.
Jaddico è stato in questi anni e continua ad essere luogo di
piccoli e grandi miracoli, fisici e spirituali. Di conversione e di preghiera.
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