sabato 27 gennaio 2024

Primo pellegrinaggio mensile del nuovo anno 2024. Oggi anche giorno della Memoria.

27 gennaio 2024 preghiamo insieme con i nostri fratelli in pellegrinaggio al Santuario Maria Madre della Chiesa Jaddico.
🙏❤️❤️🙏
Oggi ricorre il giorno della memoria, ci fermiamo un momento per riflettere e pregare, di seguito una riflessione.
🙏🙏CARISSIMI/E,
auguro a tutti una buona giornata e un buon fine settimana, che coincide con *il giorno della memoria*, istituita in Italia nel 2000 per ricordare il giorno in cui nel 1945 l’Armata Rossa liberò il campo di concentramento di Auschwitz.  
Una riflessione sugli *orrori del passato* fa sempre bene, anche ai nostri giorni. Buona lettura. Un cordiale saluto. Don Giorgio 

*IL GIORNO DELLA MEMORIA:* PARLARE DELLA SHOAH A SCUOLA
ll Giorno della Memoria è una giornata internazionale indicata dall’Assemblea generale dell’Onu nel 2005 per ricordare la *Shoah, cioè lo sterminio del popolo ebraico, e tutti i deportati nei campi nazisti* (già introdotta in Italia con la Legge n. 211 del 20/07/2000).
Ricorre il 27 gennaio giorno in cui nel 1945 l’Armata Rossa liberò il campo di concentramento di Auschwitz.  
Lavoriamo affinchè bambine, bambini e ragazze e ragazzi imparino *l’importanza del fare memoria di uno dei periodi più bui della storia umana* nel quale vennero assassinate milioni di persone: Ebrei innanzitutto, ma anche persone con disabilità, Rom e Sinti (il Porrajmos), omosessuali, oppositori politici, testimoni di Geova. È una ferita ancora aperta nella cultura occidentale. 
*IL RICORDO NON BASTA*
Servono momenti di riflessione anche con nuovi linguaggi per coinvolgere bambine, bambini, ragazze e ragazzi attorno ai temi dell’Olocausto, delle deportazioni, delle discriminazioni e della diversità che hanno segnato quel periodo e che ancora oggi devono essere ricordati, elaborati e discussi per affrontare con maggiore consapevolezza le insidie del presente.
Scrive Lia Levi nel bel libro "Il Giorno della Memoria spiegato ai miei nipoti":
"Ricordare non basta, il ricordo non resta lì per sempre. A volte ci si emoziona per un attimo e poi tutto vola via. Perché resti, questo è il punto, *il ricordo si deve trasformare in memoria.* Memoria è quando i ricordi sono diventati mattoncini del nostro oggi. Noi siamo qui e rappresentiamo il presente, lo sappiamo, ma senza il passato non avremmo senso, saremmo una scatola vuota."
E ancora racconta di come sia utile *parlare cercando di non spaventare, cambiando tono e tipo di discorso a seconda dell’età,* e conclude così: "C’è bisogno di qualcuno che in un preciso momento ti dica: *Alt! Fermati un attimo per sentire e pensare.* Certo, non solo un giorno obbligato, quindi sì al giorno della memoria, ma anche sì alla memoria tutti i giorni". 

*COME PARLARE DELLA SHOAH A SCUOLA*
Ecco alcuni suggerimenti per parlare della Shoah e per portare in aula attività stimolanti in vista del Giorno della Memoria:

*Privilegiare le parole rispetto a immagini e film,* perché non si insinuino nella mente e nel cuore di qualche alunna o alunno sentimenti di incredulità o di depressiva impotenza, ed enfatizzare la positività di chi con coraggio ha aiutato le persone perseguitate.

*Incontrare persone che hanno vissuto quel periodo è sempre l’esperienza più ricca e bella anche se via via più difficile.* L’insegnante dovrà tenere conto della enorme distanza culturale tra i bambini e gli adolescenti di oggi e coloro che hanno vissuto quelle drammatiche esperienze. L’incontro anche “solo” on line, potrà essere molto proficuo. 

*Leggere e far leggere libri, racconti, poesie sul tema.*

*Cercare materiale come diari, documenti, registrazioni di interviste che aiutino a contestualizzare la vita quotidiana,* le leggi (come le leggi razziali) e le loro disastrose conseguenze, presso associazioni di settore e le Sinagoghe, ma anche negli archivi delle scuole.

*Intervistare persone vicine, a partire dai familiari*. “Cosa sai della Shoah. Da chi l’hai saputo?”

*In classe si può allestire una mostra,* preparare una presentazione in PowerPoint, scrivere un libro collettivo, ecc.

Si può pensare ad una *qualche forma di manifestazione visibile sul territorio* (flash mob, iniziative con le biblioteche e/o con le associazioni con le quali si collabora, disegni e/o testi su cartelloni da esporre all’entrata dei plessi, ecc.).

Pressoché tutte le proposte didattiche possono essere svolte a piccoli gruppi, ognuno dei quali poi relazionerà al resto della classe.

Importante *“uscire dalla classe e dalla scuola”*, ponendosi nella prospettiva che gli studenti presentino ad un pubblico più ampio ciò che si è realizzato, le considerazioni emerse, le consapevolezze raggiunte, il processo seguito.

Si potrebbe realizzare una rappresentazione, anche prendendo spunto da opere letterarie oltre che da quanto “scoperto”. 

Insomma tutto perché tutte e tutti comprendano che possiamo *fare qualcosa di positivo perché ciò che è stato così terribile non succeda mai più.*

*RIFLETTERE, FARE, FAVORIRE IL PROTAGONISMO*
Favorire una riflessione condivisa tra generazioni anche su questo delicato tema è compito non facile ma indispensabile, soprattutto in un periodo come questo nel quale troppo spesso emergono semplificazioni eccessive quando non veri e propri revisionismi e distorsioni della verità. Certamente senza retorica  né paternalismo, contestualizzando gli eventi, usando i materiali più adatti. Si deve porre la giusta attenzione al fine di impedire che, soprattutto nelle/gli adolescenti, sorga un "desiderio di rifiutare l’intollerabile: per un essere umano in formazione, incerto della propria identità e del futuro, *è difficile accettare che il mondo che lo attende includa la possibilità di un simile orrore."* Come scrive Carla Melazzini in "Insegnare al principe di Danimarca".

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