lunedì 28 aprile 2025

IL GALLO DI JADDICO

QUANDO IL GALLO CANTO'

Affresco della Madonna di Jaddico con il Bambino benedicente.

 

Il Gallo, anzi "lu Jaddu"
(da qui Jaddico: questa l'ipotesi più accreditata)
 

    Quando il "gallo" canta le emozioni possono essere diverse e contrarie.

Possiamo veder piangere. Questo può accadere se abbiamo di fronte Pietro, nel momento in cui si trova davanti al fuoco, davanti alla sua terza bugia e perché gli risuonano le parole che Gesù gli aveva da poco detto.

Se invece di trovarci assieme a tanta gente, così come è capitato a Pietro, se invece, dicevo, ci troviamo a Jaddico, sempre di notte, nel silenzio della notte, allora potrebbe accadere di sentir cantare un gallo.

Anzi il gallo, quello che si intravede sull'affresco.

Una pagina che leggo dice che abbia cantato a squarciagola.


L'ARRIVO DEI CARMELITANI A BRINDISI

“e il gallo cantò”


    Il tempo era maturo perchè giungesse a Jaddico una comunità religiosa.

I Servi della Madonna, attraverso la persona di Alberto Del Sordo, erano in stretto contatto con la Curia di Brindisi perchè ciò si realizzasse.

    Mons. Settimio Todisco, Vescovo di Brindisi e Ostuni durante gli anni che stiamo narrando, ci dice che tutto questo assume un grande significato, perchè quelle persone, appunto i “Servi”, anziché sentirsi preoccupati di voler conservare una bandiera da tenere in mano, avvertono la necessità di avere a Jaddico la presenza di una comunità religiosa che possa promuovere un'azione educatrice spirituale capace di toccare i cuori.

“Ho contattato varie comunità religiose, afferma Mons. Todisco, finchè, mentre ero in episcopio, durante l'ora di pranzo, è arrivata una telefonata. Era il Padre Prov.le dei Carmelitani Scalzi, che mi diceva: “Siamo riuniti in capitolo e abbiamo parlato anche di Jaddico. Abbiamo concluso che, se lei non ha ancora provveduto, noi saremmo disposti a venire.”

“Ho avuto contatto con diverse comunità religiose, risponde Mons. Todisco, in questo momento sto trattando, ma le dico che non ho concluso con nessuno, però se voi mi date la disponibilità, io dico subito sì. Voi siete stati i primi. Benvenuti!”

Ancora Mons. Todisco: “Pongo una condizione: se venite a Brindisi io non voglio che voi, nello svolgere il vostro ministero, passaste da una chiesa all’altra; non che io non apprezzi, sento la necessità di un centro di spiritualità a Jaddico, dove la presenza dei Padri deve essere costante. Perchè si possa creare un servizio stabile, capace di accogliere la gente, predicare, confessare, consigliare, sollecitare la fede, necessita una disponibilità quotidiana, un centro educativo spirituale, perché la fede non si fa a furia di messe, di rosari, di processioni. Tutto questo è buono, ma, se non si mettono in moto tutti i meccanismi educativi perchè la gente sia convinta della propria fede, noi avremo sempre cristiani deboli, fiacchi di assumere la responsabilità della fede per se stessi, per la famiglia, per la società in cui vivono.

Termino di parlare. Sento che il Padre sorridendo mi dice: “Eccellenza, lei mi pone questa condizione, ma noi nel capitolo, abbiamo concluso che si veniva a Brindisi, soltanto a questa condizione.

In piazza Duomo, in Curia, in quel 1986, arrivò il Padre provinciale Innocenzo Parente, che fu accolto da Teodoro D'Amici e da Alberto Del Sordo. I tre raggiunsero il Vescovo Settimio Todisco.

La presenza del Padri Carmelitani a Brindisi, di questi Figli devoti a Maria, è diventata ormai una realtà.

I Servi della Madonna promossero la costruzione del Santuario partendo solo da un muro. I Padri Carmelitani giunsero a Jaddico dove trovarono solo il grezzo della struttura che li avrebbe ospitati. Per intenderci il convento.

E in quel momento il gallo cantò. Non era il gallo che ricordava a Pietro di aver appena rinnegato Gesù, ma il gallo di Jaddico, raffigurato sull'affresco della Madonna.

Gridava che era arrivata l'alba di un nuovo giorno. I padri Carmelitani Teresiani erano arrivati.

A tempo debito il Signore, scrive A. Del Sordo, nei suoi piani, avrebbe destinato a Jaddico un Ordine mariano, quale quello dei Padri Carmelitani Scalzi che aderendo all'invito dell'Arcivescovo, tramite il Vicario della Diocesi, Mons. A. Catarozzolo, giunsero a Brindisi, e dal 27 novembre 1986 dimorano stabilmente a Jaddico.

I primi a calcare il terreno di Jaddico sono stati: Padre Cirillo Di Rienzo, Padre Enzo Caiffa, Padre Luigi Gaetani. Con loro anche alcuni giovani che iniziavano il loro cammino vocazionale, tra cui Lorenzo Corangelo e Andrea L'Afflitto.

I lavori furono frenetici.

Dopo venticinque anni di lavoro intenso, silenzioso, senza soste, i “Servi della Madonna” consegnano le chiavi di Jaddico ai PP. Carmelitani, i quali, possiamo oggi dire, da venticinque anni lavorano in maniera intensa, silenziosa e senza soste.

La consegna delle chiavi è solo un modo di dire, perchè la chiesa è sempre aperta per una preghiera notturna, come richiesto dalla Madonna.

Senza soste, in vista dell'anno giubilare del 2000, i Padri hanno realizzato la costruzione del centro di spiritualità, capace di accogliere i pellegrini in questa oasi Mariana, dedicata a Santa Maria Madre della Chiesa.

domenica 20 aprile 2025

Ciao Tina, la casa di Dio Padre ti accoglie e la Mamma Celeste ti abbraccia

Oggi 20 aprile 2025, giorno di Pasqua è salita in cielo Tina figlia di Teodoro D'Amici. Una preghiera da tutti noi parenti ed amici 🙏


"" Quello di oggi è un nuovo giorno.
Quello di oggi è per una vita nuova.
Quello di oggi ci porta al pianto, ma ci da la certezza di una vita dove non c'è lutto, ne pianto, ne dolore.
Eppure non riesco a dire che bello, perchè son passate poche ore. Questi sono i limiti. I miei.
Quello di ieri, di ieri sera, è stato l'ultimo saluto.
Quello di ieri.
Respirava e basta, non un lamento, ha anche aperto gli occhi, ma non mi vedeva. Vedeva il vuoto, così capisco io. Ma so dire che in quei momenti il Signore è di conforto, non lascia soli coloro che stanno all'ultimo respiro. Chissà cosa il Signore le stesse facendo vedere.
Ha scelto questo giorno, anzi questa notte che è appena passata, ed è passata dall'altra parte, è andata a trovare il marito, quello della "luce senza ombre".
È andata a trovare Teodoro e Giuseppina, i suoi genitori.
È andata e non c'è più.
Ha scelto di morire nel giorno, anzi nelle ore in cui a Jaddico si celebrava la messa, la veglia di Pasqua.
Noi vegliavamo e lei moriva.
Noi pregavano e lei per l'ultima volta respirava.
Non poteva scegliere giorno migliore, ha scelto il giorno in cui "si passa oltre", in cui si passa oltre questa vita, si passa oltre, così come l'Angelo ha fatto, perchè in lei, intorno agli stipiti del suo cuore, ha visto il "sangue dell'agnello".
Tutto questo ci riporta alle dieci piaghe. La decima.
Ha lasciato la schiavitù di questa terra ed è entrata nella libertà. 
Questo, tutto ciò Dio ha concesso al suo popolo, agli egiziani. Così è stato anche per lei.
È morta un'altra testimone della luce di Jaddico. Non l'ultima. 
È morta Tina, mia sorella. ""
🙏❤️🙏❤️🙏❤️🙏❤️
dal gruppo WApp Servi della Madonna di Jaddico 
🙏🙏🙏🙏🙏

lunedì 14 aprile 2025

QUESTI SIAMO NOI. QUESTI SONO I "SERVI DELLA MADONNA"


 I SERVI DELLA MADONNA IN CAMMINO E SULLE TRACCE DI TEODORO D'AMICI

 Testimonianza sui fatti accaduti a Jaddico nel Santuario di Santa Lucia - Erchie (Brindisi)

 

Io ci provo.
Io azzardo

    Venticinque anni fa, quando rinacque la Pia Ass. dei Servi della Madonna, mi sono chiesto, oltre al rosario del sabato notte, cosa dobbiamo fare?
E non me ne veniva una.
Poi abbiamo iniziato con il pellegrinaggio del 27 di ogni mese; a seguire, con il pellegrinaggio notturno a piedi del secondo sabato di giugno, sulle locandine siamo arrivati a scrivere quattordici anni; abbiamo continuato, e qui i Servi si sono rimboccati le maniche perchè mi sembrava che questa iniziativa stesse andando in estinzione, il pellegrinaggio notturno automobilistico dell'8 dicembre, e siamo arrivati a scrivere che si fa da oltre mezzo secolo; siamo ininterrottamente andati a pregare nelle case degli ammalati; alcuni di noi sono andati per due volte alla settimana e per anni in carcere a trovare i carcerati; altri vanno ad aiutare alla mensa Caritas; altri ancora vanno in ospedale a dare da mangiare dagli ammalati che nemmeno quello possono fare; e il primo sabato di ogni mese siamo presenti sulla tomba dove Teodoro riposa per recitare il S. Rosario; abbiamo promosso, inoltre ci è sembrato opportuno iniziare a testimoniare quanto a Jaddico è accaduto, andando nelle chiese di Brindisi e provincia; ci attiviamo da oltre cinque anni, alla causa di canonizzazione e beatificazione in favore di Teodoro, giacché ha avuto una fama di santità in vita, in morte, e dopo la morte.
    
 Ecco, mi fermo qui.
Ecco, se vi dovessero chiedere cosa fanno i Servi della Madonna perché io possa riferire?, ecco questo siamo noi.
E poi il 28 marzo 2025.
Il 28 marzo di ogni anno ricorrono le 24 ore con il Signore suggerite da Papa Francesco, che ormai in tutte le parti del mondo si organizzano.
In questa data, a Jaddico, l'adorazione nella piccola cappella del Santissimo, davanti all'ostia consacrata, davanti al Corpo di Cristo, è stata, per la prima volta, fatta anche di notte.
Per coprire un vuoto, con paura, ho aderito anche io.
Ho avuto paura di non essere in grado di fare questa adorazione, perchè non lho fatta mai, perchè io non so stare fermo, perché devo sempre fare qualcosa.
L'esperienza dell'adozione della notte, invece, è stata per me bellissima.
Prima di farla, nella mia testa, mi stavo organizzando e pensavo alle letture che in quell'ora avrei potuto leggere, alle preghiere che avrei potuto fare. Era la mia prima volta, non sapevo.
Poi sono andato, quando son rimasto solo ho pensato che bisognava far silenzio. Per fare questo bisognava cancellare tutti i rumori che entravano nella testa, ad iniziare dai pensieri. Ecco, mi son detto, bisogna saper ascoltare il silenzio.
E non ho fatto mille letture, non ho nemmeno pregato. Ad una certa ora, ho aperto la mia Bibbia del 1963, che poi sarebbe quella di Teodoro, e mi è capitato un salmo e su quello ho riflettuto.
Ad un tratto mi sono accorto della presenza di fra Alfredo che si era appena, per un saluto, affacciato.
Sono le sei mi ha detto.
Non ci credevo, ho guardato l'orario, mancavano due o tre minuti.
Si, ho capito che bisogna saper ascoltare il silenzio.
Il silenzio di Dio.
Perchè è nel silenzio che Lui ti parla.
Ed è qui che voglio osare, ed ora io azzardo.
Copriamo le ore della notte.
Sei persone.
Dalla mezzanotte, e questo è l'orario voluto e suggerito dalla Madonna a Teodoro, fino alle sei del mattino.
Si inizia al buio, si finisce con la luce.
Mi piacerebbe rifarlo.
Lasciatemi quello stesso orario, dalle cinque alle sei.
Ne riparliamo.

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