giovedì 16 gennaio 2025

YOU DON'T KNOW JESUS?

 "Non conosci Gesù Cristo?, così disse l'indiano.




    Stavano ormai morendo tutti, tutti quelli che avevano visto il muro di Jaddico illuminato da una Luce che non aveva confine, da una Luce che non aveva una origine, e non aveva fine.

Quel che era rimasto da questa storia, non fosse che per il diario di Giuseppina Cassano, moglie di Teodoro, era solo di una tradizione orale. Nemmeno i più vicini a Jaddico, ai quali queste persone si erano a loro avvicinate e avevano raccontato e apertamente confidato queste loro esperienze, che in prima persona avevano vissuto, nemmeno loro, nessuno, aveva mai scritto nulla.

    Ebbene, solo 40 anni dopo i fatti di Jaddico, badate un tempo biblico, faccio la conoscenza di una persona che si interessa di scavare in ciò che a Jaddico è accaduto. Un miracolato, uno che si professava ateo, uno che ancora non voleva assolutamente ammettere l’esistenza di Dio.

Uno di quelli che sul posto di lavoro, al momento di una ispezione fatta da alcuni ingegneri indiani, a quello col turbante, capisce che può farlo, e in inglese gli chiede di parlargli di Gesù. E quello: ”You don’t know Jesus?”. E ancora: “You don’t know Jesus?” e non finiva più di ripeterlo!

E’ proprio lui che mi raccontò questa storia, quella cioè che a Jaddico di notte scivolano ombre lente.

    Mi raccontò di quelle persone che hanno sempre detto che Dio non esiste, che la storia della Madonna è solo una favola, che queste sono cose per femminucce e per donnicciole.

Poi però arriva il momento in cui hai bisogno di aggrapparti a qualcosa, ma come fare se si è sempre detto che quelle su Dio e la Madonna sono solo fantasie?

E allora c’è Jaddico, c’è la Madonna di Jaddico che è aperta anche di notte. Ecco si può andare, si può andare di notte, quando non si è visti da nessuno, e appena entrati, benchè la chiesa è vuota, è più prudente percorrere il corridoio laterale, e con la spalla passare rasente al muro, per paura di essere visti da qualcuno, benchè in chiesa non ci sia anima viva, e poi giunti davanti al muro, davanti all’affresco della Madonna, rivolgersi a Lei, ritrovarsi in ginocchio a piangere e pregare e dirLe “anche io sono figlio tuo.”

Non mi raccontò però chi aveva fatto questa esperienza.

    L’ateo ora non era più ateo, aveva nel frattempo scritto un’altro dei suoi libri che aveva concorso alla beatificazione di Padre Pio: “Il segreto del re”.

    Lo porto nelle case dei vari testimoni della luce, i quali oltre a parlarci della luce ci dicono i particolari che hanno notato e visto.

    Le sorelle Mele vedono una stella scendere dal cielo e fermarsi sopra il muro, altri testimoni ci parlano dei rumori, del vento o meglio dell’assenza di vento e dell’assenza dei rumori, del profumo di viole, dei ceppi della vigna senza ombre. Quindi tutti vedevano la luce, ma molti di loro notavano anche particolari diversi. Ma volevo fossero loro a parlare, io lasciavo parlare loro, perché non doveva essere la mia testimonianza, perché solo così potevo dare credibilità a quanto a Jaddico era accaduto.

Tutti ci dicono che il primo a vedere la Luce era Teodoro, questo io non lo sapevo, pensavo che tutti, a partire da Teodoro, vedessero la luce contemporaneamente.

Tutti ci dicono che appena il muro si illuminava Teodoro gridava “La Luce, la Luce”, poi “la Luce si sta ritirando” cioè sta rientrando nel muro (ma questo non vuol nemmeno dire che la Luce esce dal muro), solo in questo momento gli altri, e quindi tutti, vedono la Luce.

Io non sapevo che gli altri vedevano la Luce solo quando Teodoro diceva “la Luce si sta ritirando”, quindi 40 anni dopo, capisco che a differenza degli altri io vedevo la Luce sin dall’inizio, sin dal suo nascere.

Non solo, ma tutto questo mi fa pensare che il “silenzioso” Teodoro, sapesse che gli altri sin dall’inizio non vedevano la Luce assieme a lui, forse per questo diceva “la Luce si sta ritirando”.

    Ma questo è solo un piccolo particolare, uno di quelli che fan si che la Madonna dirà a Teodoro: “non tutti possono vedere ciò che tu vedrai”.

Ora da quei fatti non ne sono passati quaranta di anni, ma sessanta, e quante domande ancora.

Tutto questo dico per invitare tutti noi a riflettere e a interrogarci su ciò che a Jaddico è accaduto. Se ci limitiamo al vecchio, diventiamo vecchi anche noi, Jaddico per noi deve essere sempre oggetto di riflessione nuova.

Lo abbiamo detto ci sono ancora tante cose che non capiamo.

    Siamo entrati in un anno nuovo, un nuovo anno che ci fa ricordare le parole di Teodoro e ci fa riflettere:

- “Che strano sogno”, dice Teodoro.

Teodoro, come Maria durante l’annunciazione, è sconcertato ma non rifiuta il nuovo.

Il sogno, questo sogno, come Teodoro dice, è strano, perché la verità che nasconde è troppo grande per lui.

Ma lui decide di affrontare il nuovo.

Ecco ora ci troviamo in un anno nuovo, quindi nuovi propositi, nuove idee, nuovi impegni.

Il nuovo non ci deve fare paura.

Teodoro non ha avuto paura del nuovo, ha voluto affrontare le novità, se non lo avesse fatto sarebbe rimasto con un piede nel passato.

Facciamo come Maria, serbiamo nel nostro cuore tutte queste cose, poi capiremo, fosse anche il nostro ultimo giorno.

    Dimmi quello che vuoi e mi farò servo tuo per accontentarti,” disse Teodoro alla Madonna.

Io ragazzino di nemmeno undici anni quando in casa sentii queste parole, non mi piacquero, ma proprio per niente.

“Servo tuo”, ma cosa dice, che brutte parole, pensai.

E invece solo dopo tanti, ma tanti anni, rifletto e capisco che Teodoro dice parole bellissime, perchè ripete le stesse parole che la Madonna ha detto all’Angelo nel momento dell’annunciazione:

Sono la Serva del Signore, si compia in me secondo la sua parola”.

- La Madonna si fa serva di Dio.

Teodoro si fa servo della Madonna.

- La Madonna vuole fare la volontà di Dio.

Teodoro vuole fare la volontà della Madonna.

Come è stato possibile tutto questo?, come è possibile che Teodoro abbia pronunciato queste parole giacché non ha mai aperto la Bibbia?

Ebbene la grazia del Signore, attraverso la Madonna era scesa su di lui. Questo è il mio pensiero.

    Ora ci siamo detti che tante cose non le capiamo, poi il tempo ci aiuta a trovare la spiegazione e ci dice che spesso tutto ciò che accade ha un senso.

La racconto così come l’ho letta. Lo faccio, ma in maniera molto breve e senza fronzoli, come quei sacerdoti che durante l’omelia ci raccontano una storia:

    

"Re e primo ministro vanno a caccia, il re spara e si ferisce un dito.

Il primo ministro glielo fascia e gli dice: “Maestà non sappiamo ciò che è bene o è male per noi.”

Indignato per queste parole il re butta il primo ministro in un pozzo.

Durante la battuta di caccia il re viene accerchiato dai selvaggi che lo portano nel loro villaggio per immolarlo al loro Dio.

Lo stregone vede il dito fasciato e dice che non è degno per essere immolato a causa di quel dito e lo liberano.

Il re pentito va dal primo ministro e lo fa uscire dal pozzo e con lui si scusa. Quest’ultimo invece lo ringrazia dicendo che se non lo avesse buttato nel pozzo sarebbe stato immolato lui stesso."

























martedì 14 gennaio 2025

GIUBILEO DELLA SPERANZA

LA SPERANZA NON DELUDE MAI


Brindisi, 1 gennaio 2025


    Passano 25 anni e finalmente si apre un nuovo anno santo.
Si apre così la Porta Santa. Le mani del Papa, che rimane seduto sulla sua carrozzella, la spingono, un aiuto non manca, e la Porta si apre.

Siamo nel nuovo anno, un anno giubilare, il Papa ci consegna una lettera, una lunga lettera dove ci parla della speranza, una speranza che non delude mai. Una speranza di amore e di perdono.

E allora la speranza, la speranza di rimanere sempre con gli occhi aperti per entrare nel mistero di Dio e per noi in quello di Jaddico.

    Io sapevo tutto, che bisogno avevo di fare domande su ciò che a Jaddico era accaduto. Alle illuminazioni del muro c’ero stato, respiravo l’aria di incenso che era diffusa in casa nostra, i commenti di mia madre li conoscevo tutti, cosa mi sfuggiva? Non avevo nulla da chiedere e invece ora quante domande!

    Secondo la concezione dell’epoca, Dio si trovava nell’alto del cieli ed era circondato da sette angeli, chiamati gli angeli del servizio, i quali lo lodavano e lo glorificavano, ma adesso chi è che glorifica Dio?, non più i superangeli, ma i pastori impuri e peccatori, i quali si allontanano da Gesù dopo averlo contemplato nella mangiatoia.

    Proprio lui doveva vedere la Madonna?, se mi avessero detto che aveva visto il diavolo ci avrei creduto. Tutto questo tanti anni fa, in quei primi anni, han detto di Teodoro che in questo momento, per noi, indossa i panni dei pastori.

La Madonna si rivolge ad un peccatore, forse Teodoro non disdegnava dal poggiare lo sguardo su una bella ragazza.

Per certo invece non potevi fargli un torto perché te lo ricambiava.

    Il giorno di pasquetta, quando ero ancora alto un metro, io ero seduto sul serbatoio della ISO-moto di Gino Piscopiello, mio cognato, quello della luce senza ombre. Un carabiniere ci ferma e ci fa la contravvenzione. Non servirono a nulla tutte le parole che pronunciò Teodoro che ci seguiva con la sua Vespa 125 color panna. Il carabiniere quella multa la fece.

Ebbene come va servita la vendetta?, non certamente con la foga e la rabbia, ma con calma e il tempo.

E così fu, Teodoro era diventato l’ombra di quel carabiniere e con calma e al momento giusto trovò il pretesto di restituirgli la cortesia.

Ma continuiamo a parlare del vecchio Teodoro.

    Noi di casa sapevamo che Teodoro da ragazzo aveva tirato di box, fece dei buoni incontri, con buoni risultati, ma dopo aver fatto un incontro e averle prese di santa ragione, decise che la box non era per lui.

Decisi così di andare a casa di Rino Giudice, il quale aveva tirato di box, aveva combattuto anche in Inghilterra. Aveva buona memoria, una memoria vivace, mi parlava dei ganci e dei montanti dati e subiti, ma io volevo sentire i ricordi che lui aveva su Teodoro.

E così ci parlò di ciò che era accaduto intorno al 1942, ci parlò della voce che circolava su Teodoro, testimonianza unica e sola, che purtroppo non ci è stata confermata da altri. Una testimonianza che riporto solo per la fiducia che ripongo in questa persona.

All’interno di un forno, Teodoro è presente, c’è un soldato tedesco, il quale si rivela arrogante e scostumato nei riguardi dei presenti. Quando la situazione degenera Teodoro non ne può più e gli tira uno schiaffo.

Perchè, chiedo a Rino, uno schiaffo e non un pugno, visto che Teodoro sapeva muoversi sul ring.

Quel tedesco, disse Rino, non valeva niente, la sconfitta con un pugno per lui sarebbe stato troppo onorevole, troppo da uomini. Meritava solo uno schiaffo.

Questo è Teodoro, questa è la persona che la Madonna ha scelto per portare avanti il suo progetto.

Teodoro, come i pastori, un peccatore, ma come i pastori è semplice, umile ed è senza complicazioni. E’ schietto, ha un’unica parola.

    Ed ora lo abbiamo detto si è chiuso un anno e se ne è aperto un altro.

Il nuovo, le novità, fanno sempre un po' di paura.

Se vogliamo goderci i botti di capodanno, allora rimaniamo a casa, se invece accettiamo il nuovo allora, questo vale per il 31 dicembre 1962, è il caso di andare a Jaddico.

Questo è quello che fece Antonio Consales.

Antonio Consales non avrebbe mai pensato di venire a Jaddico a pregare con quelle persone. Era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare; ma siccome l'invito gli arriva dai suoi due fratelli che stima moltissimo, lui aderisce e va a Jaddico a pregare con loro.

Quel giorno è il 31 dicembre 1962 e la chiesa è già avanti nella costruzione.

             

1963. La chiesa è in costruzione. A breve il completamento della copertura della chiesa. I tufi che si vedono a sinistra ci portano indietro al momento delle fondamenta. Nessuna offerta era stata mai chiesta e questo lasciava intravedere la serietà e la buona fede dei "Servi della Madonna", per cui un fedele prese l'iniziativa di far arrivare a Jaddico un camion e rimorchio pieno di tufi.  

Teodoro aveva però promesso alla Madonna che lui personalmente si sarebbe impegnato alla costruzione della chiesa, almeno fino al completamento del rustico, per cui pur ringraziando quel fedele rispedì indietro il carico.


 La preghiera si protrae sino a mezzanotte e oltre. Si sentono i botti con i quali si festeggia l'anno nuovo.

Dopo mezzanotte la Madonna si rivela con la sua Luce e Antonio Consales, all'una e mezza di notte, dopo aver fato l’esperienza del divino, finalmente rientra a casa.

Quelli di casa sono in piedi, non prendono pace, lo stanno aspettando, sono preoccupati, perché a quell'ora non era ancora rientrato.

Queste le parole che ci riferisce Aida, la figlia di Antonio: "Il suo viso, il suo volto sprizzava felicità.

Poche ore prima, alla fine del Rosario, ha visto il muro illuminarsi. Ha visto la Luce.

Non era più lui. In casa lo conoscono come una colonna, come una persona forte alla quale appoggiarsi, invece ora rivela tutta la sua fragilità. E’ incredibile il modo con cui si coglie la sua immensa felicità.

In quel momento Antonio ha descritto il fenomeno e, mentre lo fa, piange come un bambino.

Una Luce che non ha né una origine, né una fine, una Luce che avvolge il muro. Della Luce non si vedono i confini.

Questo raccontò, era una Luce diafana, incredibilmente trasparente, di smisurata intensità.

Antonio Consales è la persona che per Jaddico aveva avuto i contatti con il Generale Camicia, il quale era proprietario di un triangolo di terreno che si affacciava sul piazzale di Jaddico.

Antonio lo chiamava mattina, mezzogiorno e sera.

E ancora mattina mezzogiorno e sera, e gli chiedeva la vendita di quel pezzo di terra, ma la risposta era no. Un no secco, un no deciso.

Finchè un giorno a casa di Consales arrivò una telefonata, era il generale Camicia, che dopo aver chiesto di Antonio, parlando con lui, con tono fermo e deciso, gli disse: “Io il terreno non ve lo vendo, ve lo regalo!”







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